Nel ciclo aretino della pieve di Santa Maria Assunta il tema di Febbraio è dedicato ai lavori manuali artigianali. Di Alberta Piroci
Febbraio è il secondo mese dell’anno secondo il calendario gregoriano, conta 28 giorni (29 negli anni bisestili) ed è il terzo ed ultimo mese dell’inverno, nell’emisfero boreale. Fu Numa Pompilio, re di Roma, ad introdurre altri due mesi (gennaio e febbraio) per riequilibrare il calendario allora in uso, rendendo l’anno uguale a quello solare.
Il termine deriva da februus (purificante) perché mese dedicato alle purificazioni e alla dea Febronia, protettrice contro le febbri.
Noti sono i Lupercalia con riti di purificazione come per la festa detta februatio dedicata alla dea Iunio Februata (Giunone purificata).
In ambito cattolico, nel secondo giorno di questo mese, si celebra la festa della Candelora che ricorda la presentazione di Maria al Tempio e il rito della purificazione, narrato nel Vangelo di Luca (2.22 -39).
Il rituale della Candelora introdotto dal patriarca di Roma Gelasio intorno al 474 d.C., in sostituzione della cerimonia di origini pagane dei Lupercalia, prevede la benedizione e distribuzione ai fedeli di candele che simboleggiano Gesù come luce nel mondo.
La cerimonia delle candele potrebbe forse derivare dall’antico uso romano di accendere torce in onore di Giunone Februata.
In ogni Regione d’Italia, pur con delle differenziazioni, è possibile trovare uno o più proverbi che evidenziano come ai primi di febbraio l’inverno sta per terminare ed è in arrivo la primavera: Per la santa Candelora se nevica o se plora, dell’inverno siamo fora.
Nel ciclo aretino della pieve di Santa Maria Assunta, meraviglia romanica del secolo XII, il tema sviluppato è quello degli impegni mensili caratterizzanti lo scorrere delle stagioni, un tema che unisce allegorie concettuali e personificazioni concretamente figurate.
Gli autori del ciclo pur usando una sigla iconografico-figurativa ben nota, denotano una diligente preoccupazione per l’identificazione certa del soggetto e propongono una sorta di iscrizione sovrastante che per il mese di febbraio è la seguente: Hic est Februarius.
Nel caso specifico è da notare che il lapicida ha copiato l’iscrizione, in lettere capitali gotiche, rovesciate e pertanto l’iscrizione si legge da destra verso sinistra. Il mese viene raffigurato come un giovane imberbe dai capelli biondi pettinati a caschetto, con una veste scura, trattenuta alla vita da una lunga cintura in pelle, intento ad affinare un bastoncino che ha appena staccato da un albero spoglio, con una roncola di nero metallo. Nella vita agraria, febbraio era un mese di riposo dal lavoro dei campi, pertanto dedicato soprattutto ai lavori manuali artigianali per la costruzione o riparazione di attrezzi agricoli che erano realizzati in legno.
Foto di Alberta Piroci Branciaroli
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